Studiose, scrittrici ed esperte scienziate: oggi vi racconto tre storie di donne viaggiatrici che hanno cambiato la storia, contribuendo, con le loro vite coraggiose, al progresso, alla conoscenza ed alla scoperta di culture e luoghi lontani.
Gertrude Bell
Gertrude Bell ( 1868 – 1926), chiamata “la Regina del Deserto” è stata un’archeologa, politica, scrittrice e agente segreto britannica. Prima donna laureata ad Oxford, sostenne la rivolta araba durante la prima guerra mondiale supportando Lawrence d’Arabia. Al termine del 1° conflitto mondiale ebbe un ruolo chiave nella creazione del moderno Stato dell’Iraq.
Nata da una famiglia dell’alta borghesia inglese, 1892 ottenne dal padre il permesso di trascorrere un periodo di tempo in Iran, ospite di suo zio materno, ambasciatore britannico a Teheran. In quell’occasione ebbe modo di visitare numerosi siti archeologici dell’antica Persia e imparò a leggere e scrivere in persiano.
Nel 1899 si recò in Palestina e in Siria e poi si trasferì a Gerusalemme. Passò quindi molti anni viaggiando per la regione siro-palestinese ed incontrando le numerose tribù arabe che vivevano in quel territorio. Ebbe quindi modo di vivere con le genti nomadi del deserto, conoscendone usanze, storia e tradizioni, relazionandosi cordialmente con i capi tribali più influenti.
Tra il 1900 e il 1912, armata di taccuini e macchina fotografica, viaggiò da Gerusalemme a Damasco, da Antiochia a Najaf, tracciò schizzi di città perdute e scattò migliaia di foto che poi raccolse in saggi e libri di viaggio.
Dormì tra le mura di Babilonia e visitò gli scavi di Ur, la città biblica che avrebbe dato i natali ad Abramo. Fu il primo europeo ad addentrarsi in luoghi pericolosi come il Neged, l’altopiano desertico dell’Arabia Saudita, sfidando i divieti delle autorità ottomane. Nel 1913 da sola, con una piccola carovana, attraversò il deserto arabo fino alla roccaforte di Ha’il.
Allo scoppio della prima guerra mondiale fu convocata dal governo britannico con il compito di fornire informazioni sulle tribù arabe di cui gli inglesi intendevano fomentare la rivolta anti-ottomana. Gertrude approntò carte topografiche per aiutare l’esercito inglese a raggiungere Baghdad. Lavorò fianco a fianco con il leggendario Lawrence d’Arabia e divenne la sola donna ad aver assunto l’incarico di funzionario politico nelle forze armate britanniche. Alla fine della guerra fu proprio lei a determinare la nascita di un nuovo stato in medio oriente: l’Iraq. Questo le valse il titolo di “regina senza corona dell’Iraq”. Non si sposò mai e mori nella sua amata Baghdad.
Alexandra David-Neel
Alexandra David-Neel (1868-1969) fu una viaggiatrice e scrittrice francese, prima donna europea ad esplorare il Tibet.
Ribelle ed anticonformista sin dall’adolescenza, si appassionò all’oriente quando scoprì il museo di arte asiatica Guimet di Parigi. Nel 1888 si trasferì in Inghilterra per studiare inglese e filosofie orientali e nel 1890 salpò alla volta dell’India. Apprese le tecniche di meditazione e rimase incantata dalla musica tibetana. Tornata in Inghilterra per mancanza di denaro, intraprese la carriera di cantante che le permise di girare il mondo come cantante lirica arrivando fino ad Hanoi in Vietnam.
Nel 1911 partì poi per il suo secondo viaggio in Oriente che la portò in Asia per ben 14 anni visitando India, Nepal, Birmania, Giappone, Corea, Cina e Tibet. Studiò pali e sanscrito, lesse i testi in lingua originale e li tradusse in francese.
Dal 1914 al 1916 visse in eremitaggio in una caverna nel Sikkim praticando esercizi spirituali con il monaco tibetano Yongden che in seguito adottò come figlio.
Divenne la prima donna occidentale ad incontrare il tredicesimo Dalai Lama durante l’esilio in India. Decise quindi di voler finalmente coronare il suo sogno di visitare il Tibet, terra inaccessibile per gli stranieri, travestendosi da pellegrino.
Iniziò il viaggio a Pechino, attraversando la Mongolia e raggiungendo a piedi Lhasa dopo 8 mesi nel 1924. Rimase quindi a Lhasa nell’anonimato per poi tornare in Francia.
Nel 1937 ripartì per la Cina per studiare le forme del buddhismo nelle zone periferiche di Mongolia e Siberia dove rimase fino al 1946. Morì a 101 anni nel 1969 passando alla storia come “Madame Tibet”.
Mary Kingsley
Mary Kingsley fu una etnologa, esploratrice e scrittrice scientifica inglese vissuta nella seconda metà del 1800 che, con i suoi racconti e studi sull’Africa Occidentale, contribuì a costruire l’immagine di questo territorio agli occhi della cultura Europea del tempo. Sebbene figlia di un dottore, scrittore e viaggiatore, ricevette una scarsa educazione scolare in quanto allora non veniva considerata necessaria per una ragazza di alto rango.
Si appassionò però presto ai racconti del padre in merito a luoghi lontani ed ai libri di viaggio e scienza. Grazie agli studi universitari del fratello a Cambridge, allacciò amicizie nella comunità accademica ampliando i suoi orizzonti.
Rimasta orfana e con una consistente dote, cominciò poi a viaggiare. Partì così per il suo primo viaggio in Africa per terminare un libro iniziato dal padre sulla cultura africana. In quel momento storico erano solamente esploratori o persone appartenenti a missioni cristiane coloro che partivano per l’Africa occidentale ed era considerato assolutamente pericoloso per una donna viaggiare da sola in quella parte del mondo. Nel 1893 Mary arrivò in Sierra Leone e continuò il suo viaggio in Angola vivendo con le persone del luogo.
I campioni di flora e fauna raccolti durante questo primo viaggio suscitarono l’interesse della comunità scientifica ed il curatore del reparto di zoologia del British Museum le fornì materiali e conoscenze per effettuare nuove ricerche. Al contempo ottenne l’incarico di scrivere un libro sull’Africa occidentale e nel 1894 ripartì per l’odierna Nigeria, studiando le tribù cannibali e le loro pratiche religiose.
Continuò il suo viaggio verso il Gabon e risalì con una nave a vapore e poi in canoa il fiume Ogooué fino alle cascate di Ndjolé. Attraversò aree mai raggiunte prima dagli europei e scalò il Monte Camerun seguendo una via mai percorsa prima di allora da altri europei.
Per allacciare contatti con le popolazioni indigene Mary si improvvisò commerciante di gomma, avorio, tabacco e altri beni di produzione locale. Ritornò in patria con una vasta collezione di insetti, molluschi, piante, rettili e pesci e preziosi appunti che utilizzò come base per i suoi libri, articoli e conferenze. Fu criticata per la sua posizione contraria alle missioni cristiane in Africa che avevano l’obiettivo di convertire le popolazioni ed eradicare tradizioni e credenze locali.