Cuba: impossibile riassumerla in poche righe, Cuba è un pianeta a parte; un’isola che vive in un tempo ed in uno spazio indefinito come una nave che è ancorata al suo passato ma che la corrente trascina inevitabilmente verso il futuro.
Cuba è la meravigliosa isola delle case colorate, del mare cristallino, delle macchine vintage, delle palme e della salsa in ogni angolo, ma è anche un’isola difficile, dove i supermercati sono vuoti, le case pericolanti ed è necessario stare in fila ore per ottenere pane, latte e uova.
Non ho mai incontrato un popolo ottimista come quello Cubano che lotta per potersi migliorare e affacciarsi al resto del mondo. I giovani sentono di essere rimasti indietro e, come un bambino che non vede l’ora di crescere, sperano di poter diventare come tutti gli altri ragazzi del mondo.
Ai turisti invece è proprio quell’aria decadente, quel ritmo lento della vita che scorre che attira e affascina.
Cuba vive in una dimensione che nel nostro mondo quotidiano abbiamo perso e forse vorremmo ritrovare: semplicità, famiglia, positività e aiuto reciproco.
E’ un’isola grande, dalle mille differenze in cui la vita scorre lungo la strada, sotto i portici davanti l’uscio di casa. I bambini giocano ancora a palla e i giovani ascoltano una canzone da un vecchio stereo.
L’Havana è il cuore pulsante dell’isola, è come se la città vivesse nell’oggi ma in uno scenario di 50 anni fa.
E’ come se tutto si fosse immobilizzato così com’era quella notte del 1 Gennaio del 1959: i grandi hotel, le scintillanti macchine colorate e gli antichi palazzi coloniali. Oggi molti di loro hanno perso i loro interni ed il loro colore vivo ma sono ancora lì, a testimonianza del glorioso passato di questa città: quanto doveva essere bella in quegli anni in cui era il centro del mondo!
Un famoso claim recita: “No hay nada como l’Havana!”, e si, non potrebbe essere più vero!
Oggi è un perfetto miscuglio tra il suo passato coloniale, i giorni da depandance statunitense e la rivoluzione comunista. La Revolución è in ogni angolo, in ogni murales, in ogni museo, in ogni piazza dell’isola, una Revolución che ha perso il suo significato politico ma che vive negli occhi di tutti, trasformata in speranza, desiderio di libertà, riscatto e cambiamento.
E’ però fuori l’Havana che appare la Cuba più vera ed autentica, la Cuba “campesina”, quella delle coltivazioni di tabacco, delle strade costeggiate dalle palme e dalle piccole case in lamiera, l’isola dei piccoli chioschi di frutta, dei malandati bar con una salsa che suona da una vecchia radio.
Cuba sono le grandi spiagge bianche dei Cayos, l’acciottolata Trinidad, i templi Orishas, l’artistica Camaguey, la nera Santiago e l’inaccessibile Baracoa, incastrata tra le verdi montagne ed il mare blu, con le sue piantagioni di Caffè e Cacao e le sue influenze Dominicane e Giamaicane.
In circa 20 giorni on the road ho avuto la fortuna di assaporare tanti luoghi diversi, popolati da persone con passato, storie ed abitudini differenti, ognuna delle quali ha contributo a rendere il mio viaggio unico ed indimenticabile. La forza, la resistenza e l’ottimismo di questo popolo mi sono stati d’insegnamento, hanno contribuito a rendermi più consapevole dei miei privilegi e dell’inutilità delle mie insoddisfazioni.
Il ritornare alle cose piccole ed importanti come un pomeriggio in spiaggia, un tramonto senza pensieri, un Daiquiri in compagnia, il ritmo travolgente di una salsa o una cena in famiglia mi hanno fatto apprezzare ogni momento di questa esperienza e guardare, una volta a casa, la mia realtà con occhi nuovi, perché lo spirito di Cuba rimarrà sempre con te e ti sentirai sempre anche tu un po’ parte della bella “Isla Grande”.